IL TEMPO DELLE LISTE CIVICHE



IL TEMPO DELLE LISTE CIVICHE



La querelle tutta interna al centro-sinistra a Staranzano mi ha portato a riflettere sul perché la gente si senta quasi “obbligata” a rivotare sempre gli stessi. Elezione dopo elezione.

Gli elettori non sono obbligati a rivotare Marchesan, il sindaco in quota pd già in carica, ma neanche Matteo Negrari, l’assessore giovane che sta lì ormai da dieci anni e tanto nuovo non è più. Sarebbe bello vedere una lista civica di centro-sinistra, di ex-operai delle Eaton rimasti senza lavoro, né pensione, assieme a persone della pro loco che organizzano la sagra delle Raze e altri elementi sparsi della collettività, specie quelli che fanno volontariato, invece di fare sempre il gioco dei funzionari di partiti, tra borghesia locale, spesso cieca di fronte a quello che succede realmente e giovani di origine meridionale, a cui è dovuta la poltrona e non si capisce perché.

In Friuli Venezia Giulia, almeno in certe zone, sembra quasi strano essere originario del luogo, il che è molto eloquente sui giovani che emigrano e su chi arriva. E sugli amministratori che non vedono come vanno le cose. Forse a loro non interessa davvero, si sentono sicuri del loro orticello, acquisito nel corso dei decenni. E forse basta schiacciare le persone più brave, per garantirsi una lunga carriera futura. Forse, appunto. Magari è giunto il tempo che la cittadinanza si riprenda i piccoli comuni, che altre persone entrino nei partiti e nei sindacati e mettano in angolo chi ha sbagliato troppo negli anni e chi non ha fatto molto, come se il giovanilismo vigente fosse giusto. E non lo è. E’ un meccanismo estero superficiale e intriso di arroganza. Le persone si giudicano dal curriculum, da come lavorano, dalle idee che portano avanti e soprattutto dai fatti.





Monica Ravalico indipendente ex pd

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